"...Pavone...", 2010/2015. Particolare dell'opera realizzata in marmo, vetro e acciaio.

L’acciaio nella mia scultura

Testo introduttivo

L’Acciaio…

… atomi di ferro e carbonio…cromo e ossigeno…terra aria fuoco…

… incandescenza liquida che si fa durezza impenetrabile…

… creatura di un tempo lento…certo…ordinato…solido…

… compattezza che sostanzia i suoi legami…

… in sé la realtà…

… dimora di razionali sensi…

… universo delle certezze…

L’acciaio…

È sodalizio di ferro e carbonio, dall’aspetto grigio lucente…

È materiale di aggregazione, resistente alla fatica, alla trazione, alla tensione di snervamento, all’elasticità…

È unione di molecole cristalline reticolate che ne esaltano l’ordine e la compattezza…

È sinonimo di forza, durezza e stabilità…

È dimostrazione di solida e pervicace resistenza della materia che, nata da una fusione, salda i suoi legami intermolecolari per rimandarci la suggestione di una perennità incontaminabile. Leggi di più

"...Pavone...", 2010/2015-Particolare in vetro della mano di Tobia e di quella di Sara.

Il vetro nella mia scultura…

Il vetro…

… atomi di silicio e ossigeno nelle fiamme… sabbia, aria, fuoco…

… incandescenza modellata in un batter d’ali… 

… creatura di pochi attimi… eppur inalterabile…

… trasparenza che sostanzia meraviglia…

… in sé …i sogni…

… dimora d’irrazionali sensi…

… universo del dubbio…

 

 

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Foto 1) Studio Documentale- ripresa stroboscopica a velocità differenziate.

Appunti intorno al tempo…

Quel giorno… andavo cercando il tempo… da sempre presente nella mia coscienza, ne annusavo i segnali e le cadenze…
Percepivo il suo ordine come conforto e il suo divenire come paura.
Avvertivo il “ senso del tempo” come una sorta di entità che mi rendeva inquieta e allo stesso tempo mi affascinava, attraendomi in una dimensione fuori dal mio controllo.
Il tempo è movimento, il movimento è progressione, è vita.

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Simbolo di edificazione

Elementi ideatori del mio palazzo…

Simbolo di edificazione
… macigni per il mio dolmen solitario…

Esiste un sodalizio tra le convinzioni e la sensibilità e c’è un modus visionario di articolare le sequenze immaginifiche che via via si conformano e di presentarle al cospetto della mente, con la delicatezza necessaria a far si che non diluiscano la loro carica emotiva. Esso è un insieme portante, è un’architettura e come tale ha le sue fondamenta, i suoi pilastri, le sue volte e ampi varchi invasi dall’aria.

…Idea, Tempo, Spazio e Luce…

Questo, il dòlmen sulla mia terra… 

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Riflessioni circoscritte…

Riflettiamo disorientati sulla realtà di questo momento che ci vede tutti reclinati dalle difficoltà per la pandemia da Covid 19.

Giriamo lo sguardo sul volto silenzioso dei nostri vicini e ci ritroviamo tutti, stupiti e spaventati, a fare i conti con lo stesso nemico invisibile, un pericolo che non avremmo mai pensato di dover affrontare e con il quale stiamo imparando a convivere. Proteggiamo la bocca, le narici e le mani e restiamo distanti gli uni dagli altri, amori affetti amicizie lavoro interessi svago… tutto indietreggia dai nostri occhi per avanzare come immagini del cuore… Tutto ci sembra limitare le nostre libertà.

Ci suggeriscono separazione e isolamento, evidenziando tratti di una solitudine che può inquietare e opprimere e alla quale il genere umano non è naturalmente predisposto. L’appartenenza ad un gruppo sociale, partendo da quello primigenio della famiglia, conferma la nostra tendenza all’aggregazione sociale,sia essa fisico/comportamentale che mentale/emotiva.

Seguendo il flusso di queste relazioni mi viene fatto di pensare alla solitudine di un’artista, la mia solitudine di sempre.

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... lei andava sussurrando...

Una statua che articola un messaggio…

E la domanda rimane sempre la stessa: può una figura scolpita nella pietra e da sempre votata ad una millenaria apparente immobilità, liberarsi dal suo immobilismo e avanzare, indietreggiare, restare, fuggire, danzare, sollevarsi, cadere, camminare e sostare per poi riprendere la via…?

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